venerdì 14 settembre 2012

Chapeau




"Dal Sacro Libro della Verità Vera e Indiscutibile, libro primo (La Costruzione del Mondo 1.0), paragrafo 1:

All'inizio v'era solo uno spazio vuoto denominato Ab qualcosa. In questo spazio vuoto, di color turchese per questioni igieniche, stava seduto Pandoro, dio della grazia mancata di un soffio e delle sei ore lavorative al sabato. Pandoro si annoiava moltissimo, perchè permaneva in uno stato assente da ogni tipo di frizione da sedici lustri e non aveva neppure sotto mano un gheimboi per passare il tempo. Allora fece chiamare all'interfono il dio Gorgo, che soprintendeva allo svuotamento della vasca quando è mezza piena e al latrato del dingo quando avverte un certo appetito e assieme (perchè Gorgo era amico A lui) andarono a svegliare il Dio supremo che non si può rammentare perchè è peccato e perchè porta male anche solo provarci. Il dio supremo, che si chiamava Paganacci Emo, ascoltò le lamentele di Pandoro e Gorgo e decise che l'indomani sul presto (verso le seiemmezzo-sette) avrebbe creato un universo dall'Ab qualcosa. E così fu: per primo creò il colore magenta, per distinguere due parti dell'Ab qualcosa, una turchina che chiamò "giorno" e una magenta appunto che chiamò "peristalsi". Soddisfatto, creò pure due lampade a petrolio dei rispettivi colori, per spiegare la presenza di questi ultimi, scusate la sintassi ma sono un povero pastore illetterato della Cappadocia, ma voi continuate a leggere come se fosse la parola di Dio. Dopo aver creato i lumini creò tutta una serie di altre cose tra cui: gli istituti di vigilanza, il raffreddore comune, quello un po' più molesto e pervicace, i numeri 4, 7 e 903, la parola "sghembo", l'apocope, il colpo apoplettico, tre diversi orbitali e il giovedì. Poi fece un cane gonfio, le oloturie, le lettere A, B e F e dodici diversi gusti di resina di pino. Inventò il getto del peso, la gravità, il senso di colpa e un gioco i carte chiamato "Ridammele". Infine, dopo tutto questo lavoro, creò pure l'uomo. E lo fece a immagine e somiglianza dei due dèi Gorgo e Pandoro: a forma di pandoro fu fatto l'uomo e a forma di gorgo la donna. Qualche tempo dopo si incazzò come un alce per via di una certa questione di birre sparite dal frigo e di bruciature circolari sul divano e cacciò entrambi. Fine.

Dal Sacro Libro della Verità Vera e Indiscutibile, libro terzo (Pèntiti, non pentìti), cap. 8

E così Dio (che aveva nome in Emiliacci Paride) decise che ne aveva avuto abbastanza di questa sit-com ripetitiva e decise di aggiungere qualche personaggio. Così sulla Terra iniziarono a piovere bestie che dio le mandava, ed erano di tutte le fògge e dimensioni. C'era il serpente con un dente solo, il gorilla gradasso, il narvalo di sbieco e la volpe con la coda nella portiera. Poi inizarono a diluviare cimici del radiatore (della punto), orsi bradicardici, corvi di pangrattato e il canguro con l'abs e il chinotto nella borsa. Da ultimo, veramente inviperito, gettò pure il cavallo senza congiuntivo, il majale riciclabile e il sindaco-toro, e pure un paio di incudini così, per spregio. Era il diluvio, ma c'era un uomo pio (il primo che pensa a quel maledetto pulcino giuro morissi gli taglio le gomme della vettura) che si chiamava Bambagiani Loris, che sullo schermo della sala bingo vide il messaggio di dio che NI diceva: bambagiani loris, te sei un uomo pio (stesso discorso di prima), costruisci una barca grossa diversi cubiti e alta non più di due, di modo che io possa salvare la tua gente dal diluvio di bestie maledette. Ma il Loris era anche mezzo orbo, e non afferrò una cippa del discorso di dio sullo schermo della sala bingo, intento com'era a seguire l'estrazione del numero 37, che a lui piaceva molto, e si dimenticò di fare la barca. Ame.

Dal Sacro Libro della Verità Vera e Indiscutibile, libro XICF (La Verità secondo Rutellio)

Era Pelmo, il Figlio di Dio, un uomo alto, biondo e con gli occhi color NSU Prinz. Sua madre si chiamava Attilia e suo padre Gargamello, aveva l'orecchino all'orecchio sinistro e arrotava leggermente la S. Fece i seguenti miracoli: il tacchino sordo, il gioco delle tre carte, il tiradito, la scomparsa di un foglio da evri 500 e la camminata su di una strada un po' in pendenza. Parlò contro i posteggiatori abvsivi nel famoso Discorso alla Municipale.

Dal Sacro Libro della Verità Vera e Indiscutibile, libro XXDE (La Verità secondo Malleolo)

Era Pelmo detto l'ortostatico, per certe sue proprietà fisiche e di transizione. Aveva i capelli biondi e l'orecchino all'orecchio sinistro, ma arrotava un po' la R. Suo padre si chiamava Attilio e sua madre Gargamella. Fece il miracolo del tacchino sordo, quello della carta mancante e più tardi (verso le nove) sparì e comparve al Bar a redarguire quelli che si scolavano i camparini."


Cos'è patetico?

Vi chiederete cosa c'entri con questa lunga introduzione, la più lunga che abbia mai fatto e forse che farò mai.

Sarei andato avanti per ore del resto.

Ma il punto di partenza è la domanda: cos'è patetico? Non vi preoccupate, l'ho presa ariosa, ma ora ci arrivo.

La domanda me la sono posta perchè sovente mi sento dire (o sento dire in giro) la frase "sono stato patetico/a". Spesso la frase accompagna la descrizione di attività vagamente improduttive, come l'aver fatto mille chilometri a piedi per cercare la riconciliazione con una tipa che non vi vuol più vedere, o qualcosa di vergognabile, tipo l'aver pianto in pubblico. Cos'è patetico, quindi mi chiedo? Un uomo che piange in pubblico? Un cane affamato? Un innamorato deluso? Gli ultimi amari giorni di Itle? La squadra del Livorno 2011/2012? Forse. O forse la macedonia senza fragola, la Sacher senza albicocca, un film con Boldi, Vasco Rossi? O ancora una 500 piena di grassoni in salita o una donna isterica che lancia le stoviglie? Non lo so, credo che sia soggettivo. Per me per esempio è patetico solo chi non vuol sapere. Corollario: l'ignoranza non è mai una scusa, non nel 2012, non con tutto questo popò di libri e di conoscenza a buon mercato, non con il metodo scientifico di Popper e Galileo e con i ricercatori al CERN che pubblicano i risultati online.

Ecco, questo è il mio concetto di patetico. Per il resto, fa tutto parte dell'umanità. I grassoni vanno in macchina, la gente piange e gli innamorati fanno delle stupidaggini. Sono cose normali, che succedono. Le troviamo patetiche solo perchè siamo dei gran maleducati. Sarebbe più sano trovarle risibili, quello sì, perchè tendenzialmente il riso non è l'espressione di un sentimento negativo, anche se a volte è fuori luogo. Ma sto divagando, come sempre.

Cercherò quindi di essere più concreto, per una volta.

Da centinaia di anni gli uomini intelligenti cercano di spiegare ai deficienti dov'è che sbagliano. Ovviamente, essendo intelligenti, hanno sviluppato metodi a prova di imbecille, o almeno così pensavano, ma si sono dovuti ritrovare ad aver a che fare con l'ottusità, la gemella cattiva della cretineria. L'ottusità è una mala bestia che, se si accompagna ad una cattiva istruzione, ad uno scarso QI e a una pessima digestione, provoca l'inquisizione spagnola (e chi se l'aspettava?), il processo a Galileo, Itle, le guerre sante e le pubblicazioni della Torre di Guardia. Ah, e i film di Natale, stavo quasi per dimenticarmi di quei film.

Orrendi, davvero, ci vuole del coraggio, io se proprio dovessi essere costretto con le minacce a vedermene uno andrei al cinema con un sacchetto in testa per non farmi riconoscere.

Divago, divago.

Quindi Aristotele, Popper, Galileo, Russell, Bridgman, l'elenco è lungo e non lo completerò mai, si sono dannati l'anima e il corpo per cercare di insegnarci qualcosa e hanno escogitato vari metodi che chiameremo metodi scientifici, di modo che si potesse definire con assoluta certezza che un ragionamento è a prova di bomba e inattaccabile pure dal più gigantesco cretino in malafede che possa esistere. La falsicabilità delle teorie, la logica e tutte le sue implicazioni, l'operazionismo della scienza, il metodo empirico... tutto quello di cui stiamo parlando non sono teorie che possono essere vere o no, ma il motivo per cui alcune teorie sono vere o no, le linee guida che tutti noi dovremmo seguire per stabilire se davanti abbiamo la verità, una verità tangibile e sicura, o soltanto una fola da cialtroni.

Ci state arrivando ora?

E' come la storiella della pietra che tiene lontane le tigri. Io ne ho una, e funziona. Non vedo tigri in giro. Quelli di voi che hanno capito da soli dov'è la falla nel mio ragionamento hanno vinto una bambolina di panpepato. Gli altri invece il mio più colossale disprezzo. Ma, per onor di completezza, mi toccherà aggiungere che il mio ragionamento è fallato perchè non falsificabile. Ovvero: l'assenza di tigri non può essere spiegata dalla presenza del sasso, dato che se mi sbarazzassi dell'ingombrante orpello geologico otterrei lo stesso identico risultato, cioè l'assenza dei famelici felini nei dintorni della mia magione.

Un'altra bella cosa da tenere a mente è che tutti i concetti teorici devono essere legati a operazioni osservabili.

Torniamo al nostro sasso: tralasciamo la falsicabilità, per adesso, e ammettiamo che il sasso allontani VERAMENTE le tigri. Questo tuttavia non basta a far sì che la mia teoria sul sasso-scaccia-tigri sia vera. Devo anche dire COME fa ad ottenere quell'effetto. E devo poter osservare il funzionamento del meccanismo. Che ne so, magari emette delle onde radio che disturbano il felide, oppure la tigre non gradisce il suo odore. Ma non posso dire che il sasso "è magico" oppure che emana degli "antitigrotroni" immisurabili ed inquantificabili. Questa non è scienza, è ciarlataneria. Gli esperimenti devono essere ripetibili da chiunque in qualsiasi condizione, misurabili, comprensibili.

Ora ci siamo un po' più vicini? Bene.

Allora vi chiedo: cosa c'è di diverso tra il sasso che allontana le tigri ed il contenuto del Libro della Verità Vera che ho citato nell'introduzione? E la domanda seguente sarà, cosa c'è di diverso tra il Libro della Verità Vera e tutte le vostre convinzioni, tutti i vostri paradigmi?

Chi ha detto "Niente"? Bene, lei, là in fondo, con lo sguardo da giudeo, ha vinto una bambola di panpepato pure lei.

Consideratela, se vi piace, una velata invettiva contro le religioni, ma tenete a mente che questo discorso vale per ogni aspetto della vostra vita. Spesso scegliamo le cose alle quali credere o non credere sulla scorta di stati emozionali, di lievi fluttuazioni delle gonadi, di superstizioni ancestrali o di simpatie non meglio definite. C'è chi crede nell'oroscopo ma non nell'omeopatia. Chi nell'aromaterapia ma non nella cabala. Chi nella bontà dell'animo umano ma non nella cardiologia. Si tratta sempre di fede, e la fede è nemica della scienza esattamente come il palo è il nemico naturale del buco e la pigriza è nemica del campeggiatore.

Scegliete pure a cosa credere, comunque. Bugie pietose, istrionerie da avanspettacolo, illusioni sulla felicità con la persona che credete vanamente di amare, religioni, medicina alternativa... tutte cialtronerie, ma siete liberi di farlo. Vi troverete probabilmente ad essere (nell'ordine): ingannati dal prossimo, commossi da guitti, irretiti a vita in relazioni insoddisfacenti e fallimentari, imbottiti di tritolo per saltare nei pressi di una moschiesa o di un buddistero o morti perchè avete scelto di curarvi con le preghierine o i cristalli color rabarbaro quella brutta infezione micotica ai polmoni, invece di prendere l'amfotericina-b. Ma d'altro canto è nella natura umana la tara di essere boccaloni e influenzabili, di ignorare le cose che non tornano, di convincersi a bella posta di fatti inspiegabili, di cercare spiegazioni assurde (invece di usare il famoso ed infallibile Rasoio del Sig. Occam, la prima lama solleva il dubbio, la seconda lo taglia, la terza non serve). Se non torna lo faccio tornare o lo ignoro. Un po' come dire: se non funziona forzalo, se si rompe andava cambiato.

Ecco, per rispondere alla domanda che mi ero fatto, e che magari qualcuno di voi mi ha fatto, o che avrà pensato di farmi: questo per me è essere patetici. Ma non prendetela come una cosa personale.

Anche perchè a pensarci bene, c'è una cosa che è ancora più patetica di tutto questo. Non ha a che vedere con la scienza o con le religioni, magari solo un po' con l'irrazionalità delle cose e del comportamento umano.

Infatti, niente è più patetico di un uomo che corre dietro al suo cappello.

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