giovedì 13 settembre 2012

Il suo nome è Robert Paulson


 

Ancora non mi viene a mente niente.

Sono qui che penso a questo post da giorni, e il mio umorismo da flashback sembra essersene andato al creatore, insieme con la capacità di concentrarmi e di scrivere. Dormo poco e male, quando sono sveglio sono stanco e demotivato. Dovrei farmi di fisostigmina, ma non la vendono così al primo che passa e non m'è ancora venuta in mente una buona idea per farmela prescrivere. Se non dormo studio, dato che di nuovi pallini inutili, di fissazioni da assecondare ne ho anche troppe. Ora chiamo "edema" un gonfiore, so dov'è la succlavia e cosa ruba quando ruba e come si riconosce la Korsakoff.

La Korsakoff, già, in effetti è interessante. La malattia della confabulazione. Quando uno è affetto da Korsakoff soffre di vuoti di memoria. Il suo cervello, incapace di registrare i cambiamenti, tende a spiegarsi le cose che accadono interpretando come meglio può ciò che vede e ricavandone una storia verosimile. Vi trovate in una sala d'aspetto, circondati da vecchi artritici? Crederete di essere un nipotino in visita, un geriatra, o magari un vecchio pure voi. Avete un brutto livido all'occhio e in tv trasmettono un film di Rocky? Racconterete che ve lo siete procurato ad un incontro la sera prima, perchè siete un puglie professionista, e così via. E il bello è che ne sarete pure convinti.

Tutto sommato, di Korsakoff siamo malati un po' tutti. I malati veri la memoria ce l'hanno danneggiata, noi semplicemente la ignoriamo. Ci vogliamo dimenticare le cose, le persone, i fatti. Ci raccontiamo storie per spiegare la nostra situazione, ci diamo risposte basandoci sull'adesso, su ciò che ci circonda, e basta. Confabuliamo. Interpretiamo malamente la realtà, mentendo a noi stessi e credendoci così come un perfetto Korsakoff, per poi sciorinare le nostre confabulazioni al prossimo, che farà finta di crederci, e così via.

E' un manicomio, gente.

In questo paese di ciechi, chi è orbo è un re.

Io confabulo, copiosamente, temo. Ma uno degli effetti positivi della mancanza di concentrazione e dell'insonnia è che paradossalmente, rendendo la mente meno lucida, appanna pure le bugie. E riesce a farti vedere più chiaramente.

Non riesco a studiare e leggere con profitto, figurarsi a scrivere, e allora penso. Ascolto Shostakovich, e penso. La prima cosa a cui penso sono le persone.

Io i rapporti personali non li vivo, non li gestisco. Io li perpetro, come una rapina in banca. Quando le cose vanno bene, di solito finisco col rovinarle. Un analista superficiale potrebbe dire che è perchè non sento di meritarle, e allora faccio in modo che la gente si allontani...Cazzate. Le rovino perchè sono fatto così, perchè è come cercare di far entrare un elefante in una cristalleria, se mi concedete la metafora. Qualcosa si romperà, e allora o vi tenete l'elefante o vi tenete i cristalli.

E quando le cose non vanno bene il mio desiderio è quello di distruggere tutto. Vorrei ficcare una pallottola nella testa di quei maledetti panda che rifiutano di accoppiarsi. Vorrei far naufragare enormi petroliere a largo di Malta per distruggere quello che non vedrò mai. Vorrei, sì, rompere qualcosa di bello. Teppismo emozionale, vandalismo delle relazioni sociali. Un atto più raffinato, me lo concedo, che rigare una vettura.

A volte lo faccio con grande maestria. Con semplicità.

La cosa migliore che ho fatto in vita mia non è stato un atto, ma un'omissione. Una volta ho scelto di non distruggere qualcosa. Non ne vado fiero e non me ne pento. Non so neppure se è una cosa positiva o no. I gesti, e le omissioni anche, vengono sempre interpretati alla stregua delle parole, inutile affannarsi a fare o non fare, dire o non dire, il giudizio di voi stessi o degli altri non c'incastra nulla con ciò che fate o con ciò che dite. Se fosse così vivremmo in un mondo migliore.

Ma non è così.

Pur tuttavia credo fermamente che il teppismo emozionale sia una scelta sana. Sia chiaro: non è autocritica la mia. Non sto rinnegando nulla, non sto cercando di cambiare. Le persone non cambiano. Sto solo dicendo che è un modo come un altro, anzi forse più sano di altri. Qualcuno potrebbe definirlo immaturo. Io lo definisco evoluzionalmente accettabile, e proficuo. Il leone stermina la prole degli altri maschi, quando si accoppia con la femmina. Interi popoli che adesso prosperano lo fanno sulle ceneri di etnìe sterminate senza pietà. Perché mai dovremmo allora considerare l'altruismo e la bontà, specialmente quella falsa, quella stupida ipocrisia sociale, come un qualcosa di utile alla specie? Madre natura se ne frega di voi e dei vostri sensi di colpa, una tigre che sta per sbranarvi non si fermerà a pensare se siete stati onesti o meschini nella vostra vita. Il bene che fate (o il male che non fate) lo fate solo per viltà. Perchè avete paura delle conseguenze, delle ritorsioni. Non siamo nulla di bello, non siamo nulla di meraviglioso o di speciale: di umanità c'è un grande spreco nel mondo. Non cambia mai niente.

Ciò che non posso avere non voglio che lo abbiano altri. Si tratta di gestione delle risorse. Chiedetelo a Napoleone. Vi dirà che in Russia si trovò circondato da campi devastati e città date alle fiamme, senza potersi approvvigionare. I russi lo sapevano bene di non potersi difendere, e allora cosa fecero? Dettero fuoco a Mosca, alla città che avevano più cara. E per cosa? Napoleone era peggiore dello zar? No, anzi. Era così importante fermarlo? Chi lo sa. E chi lo sa perchè si prendono certe decisioni, e chi lo sa perchè a volte odiamo il prossimo.

Bè, non del tutto, io questo per esempio un po' lo so. Perchè è la seconda cosa a cui penso. Alle volte in cui ho avuto ragione.

Quelle in cui ho avuto torto sono molte, magari, ma non così importanti. Un fallimento lascia la delusione, certo. Ma aver avuto inutilmente ragione fa crescere la frustrazione, che è un sentimento molto più interessante. Può portare a rabbia o depressione, può essere un freno o un motore per generare qualcosa di nuovo. La frustrazione è importante, ha un buon sapore. E' ciò che vi spinge a migliorare.

Incidentalmente, vi farà pure odiare tutta quella massa di babbalèi che non vi danno mai retta, che si credono felici, o che vi catalogano come un buffo antisociale.

Ecco.

Noi antisociali non siamo buffi.

Non siamo carini. Non siamo divertenti. Non siamo misantropi tanto per fare in modo che qualcuno si accorga di noi. Non è un gioco delle parti: -Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate "Michele vieni di là con noi, dai" ed io "andate, andate, vi raggiungo dopo". Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo...

Ed è mai possibile che per molti di voi tutto sia senza importanza, che non ci si debba mai chiedere il perchè delle cose, che non si possa mai guardare un po' più a fondo nell'animo umano e nei meccanismi sociali senza attirarsi la taccia di "personaggio un po' matto ma divertente"?

Possibile che la maggioranza di voi non si renda conto del dolore che c'è, dei quali noi siamo in ultima analisi l'unica voce?

Possibile, pare.

Ma anche qui non voglio dilungarmi, perchè sembrerebbe una lamentazione, come prima poteva sembrare autocritica. E lamentazione ed autocritica le lascio per quelli che devono scrivere i discorsi ai vertici del PD.

Solo: non siamo buffi. Levatevelo dalla testa ed iniziate a prenderci sul serio. Oppure noi faremo anche la fine di Cassandra e Laocoonte, ma vi ricordo cos'è successo ai troiani, e allora si vedrà chi riderà più forte.

Et voilà, ecco il prodotto di una mente vagamente disturbata dalla mancanza di riposo. Non c'è male, pensavo peggio. Sconnesso, certo. A tratti pure istrionico e di maniera, ma ha un suo perchè, una sua sfocata, distratta disperazione.

D'altronde non mi sono certo creato io un alter ego perdente per sentirmi meglio.

Sono stato Tyler sempre più a lungo?

Sono andato a letto sempre più tardi?

Devo forse trovare Tyler, in qualche buco di città, sepolto in uno scantinato?

Fabbricare il sapone?

Preparare le esequie di Robert Paulson?

Non lo so: ancora non mi viene a mente niente.

2 commenti:

  1. "La frustrazione è importante, ha un buon sapore. "

    il problema però è che bisogna metterla a coltura al momento giusto, nè troppo presto, nè troppo tardi. come la pastina in brodo, che va mangiata un istante dopo che non è più bollente, e non oltre, altrimenti diventa di gomma.

    gattaliquirizia

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  2. Il succo è esattamente questo.
    L'hai colto in pieno ;)

    Certe sensazioni diventano troppo molli, e ci si attaccano al palato, altre sono troppo dure e ci scheggiano i denti.

    Tutto sta nel conoscere i tempi di cottura.
    E grazie del commento, cecia, a buon rendere.

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