mercoledì 6 luglio 2011

Affinità e divergenze tra la compagna Gertrude Stein e Noi

Gertrude_Stein3Una rosa è una rosa è una rosa.
Ecco, credo che alla fine una volta detto questo si sia detto tutto, qui potrei chiudere il post.
Ci sono frasi pessime, parafrasando Guccini, frasi bellissime e frasi "ma perchè non l'ho detta io?". Questa è una frase di quel tipo: ma perchè non l'ho detta io?
Solo che io, essendo assai più prosaico, avrei stabilito che la merda è merda è merda.
Questo merita una spiegazione. Oggi sono stato illuminato da una mia amica, la quale mi ha candidamente informato delle meccaniche della selezione naturale. Io sono di estrazione razional-meccanicista e darwiniano per religiosa convinzione. Per me i canini ci hanno condotto al vertice della civiltà, checchè ne dicano i vegetariani (dio li faccia ammalare del morbo di Refsum), Marco Aurelio ha sempre ragione e le immutabili leggi della fisica sono l'ultimo appiglio a cui ci si può attaccare quando tutto sembra crollare come una pila di panni sporchi. Per questo non capisco mai gli esseri umani, per questo non mi piacciono: perchè sono illogici e irrazionali. Oggi ne ho avuto la conferma. Il motivo per cui si scelgono sempre persone di cacca, in un modo o nell'altro, è perchè cerchiamo di tramutare la merda in oro. Questa è stata l'epifania a me trasmessa da Santa Luisa.
Ora: le cose sono due, o cerchiamo di tramutare l'altrui merda in oro, oppure ci sentiamo merda noi stessi, e cerchiamo di tramutarci in oro tramite il contatto con altra merda. Il risultato non cambia.
Vi sarete accorti che stasera sono assai più scurrile del solito, e per quelli di voi più sensibili consiglio senz'altro di rivolgersi alla lettura di Geppo, di modo che la vostra coscienza non ne verrà turbata. Per chi ha il fegato grosso come quello di M. Dick invece, consiglio di seguitare la mia prosa elegante e variopinta.
Dopo questo vanaglorioso inciso, posso affermare che per quanto mi riguarda, se una rosa è una rosa, la cacca di cervo è e resterà nei secoli cacca di cervo. A molti questo sembrerà tautologico, ma per me racchiude una sacrosanta, innegabile e fondamentale verità.
Ovvero.
Capita di accontentarsi, capita di aver paura, capita di tutto. Vediamo le cose come attraverso un paraocchi da cavallo, ci facciamo piacere le situazioni più spregevoli, ci abituiamo e ci innamoriamo dell'idea di essere amati. Non c'è nulla di peggiore, di più pericoloso e di più deprimente. Vado oltre: se fosse per me ci sarebbe una legge a proibirlo. La merda è merda: le persone che non valgono una cicca masticata non valgono una cicca masticata; mettetevelo bene in testa, non potete cambiare il prossimo più di quanto possiate comprendrere davvero la fisica quantistica, e fare a cazzotti con la realtà vi farà rompere le ossa e sprecare tempo.
Questo affannarsi mi abbrutisce, ecco perchè tento di arginarlo; questo continuo picchiar testate sui vetri come i ronzoni che scaccio ogni minuto dalla mia bucolica magione mi stressa la borsa scrotale, e più di tutto: mi fa infuriare come il peggiore dei giannizzeri alla vista di Vienna questo continuo svilirsi di belle persone dietro a emeriti sacchi di letame.
Ed ecco che le solite malelingue avranno il loro bel da fare a  commentare sarcasticamente il fatto cruciale: egli non copula, qui sta la ragione della sua acidità
Io invece vi invito a rovesciare la medaglia: egli è inacidito, dicevano di lui i bardi, per questo motivo non copula. Preferirei perdere l'uso delle mani, degli occhi e delle basette prima di confondere il mio augusto cranio con la prima subumana di passaggio.
Esser fatti così genera stizza e fa viver malissimo.
Difatti il mio periodo bizantino continua, costretto in una casa che somiglia sempre più ad un lupanare, più dissoluto degli augusti dopo Diocleziano, datosi che la decadenza è l'unica attività decorosa in periodi di cacca di cervo, e che l'automiglioramento, come disse Tyler Durden, è solo masturbazione. Mentre l'autodistruzione...
E i cuoricini fasulli, le frasi da baci perugina, i facili entusiasmi, le peregrine migrazioni degli animi e delle gonadi, ben poco mi illudono: tutto è merda, muoia Sansone, muoiano anche i filistei. L'autoconvinzione non fa per chi ha studiato Ekman e Borg, per chi riesce a vedere all'interno di queste sciatte disposizioni di animi superficiali ed inclini alla miopia, sofferenti di una cifosi temporale che li porta, volenti o nolenti, ad inclinare sempre e comunque sul piatto di merda che il fato gli propina, incuranti delle loro possibilità e meriti, della loro grandezza e della loro gloria.
Ma sto diventando prosaico senza motivo, e me ne compiaccio, dato che le parole sono importanti.
In tutto questo baillamme di concetti, in questa ridda di significati e significanti, non c'è molto più della frase da cui tutto è scaturito: la rosa è rosa, la merda è merda.
Ma una piccola divergenza c'è, tra la compagna Stein e Noi (uso il pluralia, sì).
Come ebbe a dire chi già citai, l'essenziale è invisibile agli occhi. Non si vede bene che col cuore.
Per chi di voi avrà abbastanza pazienza di seguirmi ancora, l'incanto di questa frase verrà svelato tra un paio di settimane. Per chi è impaziente, e non è un difetto, dico solo questo.
Per quanto riguarda la compagna Stein, si può dire che non per tutti una rosa è una rosa, e non per tutti -purtroppo- la merda è merda.
Però, guardare col cuore non vuol necessariamente dire che ci si deve lasciar trasportare dal flusso degli eventi, dal turbinio di quella che è solo una passione dei nostri accenti. Così facendo ci si infatua di noi stessi e delle nostre tare, e si cerca un tappo a misura, o ci si fa bastare ciò che si ha. E' vedere questo? E' forse l'espressione di millenni di evoluzione che ci hanno portato ad essere la specie dominante del pianeta? Se non lo credo io, fidatevi, non è la verità.
Lasciarsi trasportare è una prerogativa delle meduse, la miopia affettiva lo è delle persone bolse, vecchie e disperate. Provo un moto di commozione per quei gas che -chi più saggio di me- ha definito "nobili", nobili perchè rifiutano di legarsi ad individui di bassa lega, gas come lo xeno, l'argon, il radon. Gas inerti, dirà qualcuno, ma che hanno in sè un'innegabile forza d'animo che non li porta a condividere la loro preziosa nube elettronica completa col primo idrogeno che gravita nella loro orbita.
Non si vede bene che col cuore, torno a dire, e mi ricordo degli insegnamenti di un grande Sensei, che mi addestrò a guardare di fronte senza mettere mai a fuoco, allo scopo di parare gli strali dell'avversa fortuna e di combatter -arma in pugno- un mare di avversità che giungono da ogni direzione. La vista inganna, anche quella del cuore, anche più di quella degli occhi: dura lotta è saperla domare e renderla strumento e non guida. Per questo, credo, è nato il detto: Beati monoculi in terra caecorum. Beati gli orbi, nella terra dei ciechi. Perchè qui viviamo, nella terra dei ciechi, e anche un occhio a funzionalità ridotta può essere viatico di salvezza e di stabilità, come fa il mio occhio destro. Il sinistro ormai, anche se dotato di una colorazione invidiabile e di un fascino magnetico, ha la stessa miopia di molti cuori e di molte menti. E qui si giunge alla considerzione finale, dato che sono le 2, ora cara a Napoleone, ed inizio ad accusare il sonno.
Spesso il cuore ha bisogno di occhiali.
E di un buon analista.

3 commenti:

  1. scusa, te mi citi e manco mi linki.
    non si fa.


    s. luisa

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  2. Bisognerebbe amare, amare follemente, senza vedere ciò che si ama. Perché vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare.  
    Guy De Maupassant

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  3. Sempre puntuale come sempre, Tristram.
    C'è chi lo fa, comunque, ne conosco diversi e diverse che amano alla cieca, e che se aprissero gli occhi correrebbero via inorriditi.
    Ma forse questa è un'altra cosa.

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