lunedì 25 febbraio 2013

Per non tacere per sempre


Lo dico da subito, questo non sarà un post divertente o faceto.
Questo post ha una precisa identità politica, come il valzer di Guccini, per cui chi non è interessato può andare immediatamente oltre.
Questo post riguarda fatti che hanno avuto luogo dieci e più anni fa, e fatti che hanno avuto luogo pochi minuti or sono.
Questo post riguarda la coscienza.
Ma vengo al dunque.
Il dunque è: c'era la Fallaci a fare il Grillo, nel 2002.
C'erano Silvio e Fini e Casini, c'erano organi di propaganda e di sistema. Oggi siamo tutti Grillo, e ne cantiamo le lodi, la giovinezza di fascistissima memoria, giovinezza politica, beninteso, e l'onestà, mai comprovata ma supposta, come supposte sono quelle cose sfuggevoli che ti ritrovi d'improvviso su per le trombe del culo, e che non sai se ti fanno bene o male, ma al momento ti regalano un elegante fastidio nella deambulazione.
Nel 2002, in piena belle èpoque, eravamo circa due milioni di persone ad intasare le belle strade di Firenze. Una Firenze che era stata dipinta come assediata dai noglobal, dai blecbloc, dai terroristi e dai fascisti rossi.

Oggi c'era piazza San Giovanni (dico oggi per licenza di stampa) violentata da quasi un milione di derelitti in cerca di un'identità che solo un vecchio comico che faceva gli spot per la Yomo ha saputo dare.
La maggior parte di tali derelitti sono persone -per carità- oneste e tranquille, animate da un sincero fervore rivoluzionario e da una giusta sete di verità e decenza. La maggior parte di queste persone -incidentalmente- non capiscono una sega nulla di politica, ma questo è un argomento a parte.
Vorrei invece sottolineare un fatto fondamentale: la maggior parte di queste persone, negli ultimi venti anni, ha votato per l'uno o l'altro schieramento.
E questo li rende responsabili e correi di tutto quanto tali schieramenti hanno -a torto o a ragione- cagionato in questi anni.
Ma queste persone pensano di aver scelto la novità, sciacquando i propri peccati nel rio grande del mitico movimento con le 5 stelle, scordandosi di quando avevano vergato il proprio segno sulla bandierina di forzitalia o di quando avevano accettato il lavoretto in comune per il pd, come tutti quelli che rinnegarono il fascismo nel 1945.
Si potrebbe dire che questo già basterebbe per bollare tale esperimento di naufragio democratico come una malcelata lavata di coscienza di tutti quei tangheracci che avevano mal indirizzato il proprio voto, ma non è così.
C'è di peggio.
E non è neppure il sibillino richiamo a fascistissime memorie, che prorompe da taluni di questi esponenti della nuova libertà antipolitica (tra l'altro: politico vuol dire soltanto "cittadino"), non è la mancanza di chiarezza nella scelta dei rappresentanti, le aperture all'estrema destra, il vilipendio per ogni confronto democratico, l'utilizzo delle piazze come un manganello per colpire l'informazione, il qualunquismo militante o il populismo becero di alcune risibili proposte -prima tra tutte il referendum per USCIRE dall'euro-.
No.
Il peggio è che dieci anni fa Grillo era la Fallaci.
E mi spiego meglio.
Dieci anni fa milioni di giovani si preparavano politicamente per comprendere il funzionamento di un mercato globale, ascoltavano le lezioni di Chomsky, si confrontavano con l'internazionalismo, col socialismo reale, col marxismo e con l'economia sostenibile.
Il loro giusto risentimento era sostenuto da una base d'ethos, per così dire, da un indirizzo preciso e strutturato. Non era un esser contro solo per esser contro, ma per costruire un qualcosa di ben preciso, in ultima analisi.
Contro di loro, le grida isteriche e ignoranti di una vecchia signora che paventava il rischio anarchico e terrorista e invocava soluzioni itleriane e sospensioni delle libertà individuali.


Ecco.


Magari sarà solo il pensiero di un vecchio disilluso, di un eterno sconfitto, ma in certe dichiarazioni e in certi atteggiamenti, io rivedo...
Nel grido "sono tutti uguali" rivedo l'uomo qualunque di morettiana memoria.
Nelle epurazioni di partito rivedo fasti dannunziani.
Nelle grida antieuropeiste rivedo quell'autarchia stupida di grani falciati e fiumi guadati a petto nudo.

Nei richiami continui alla povera piccola e media industria di questa minchia rivedo il borghesismo salso e arrogante che ha ammorbato il bel paese negli ultimi decenni.
E nel poi si vedrà rivedo il pressappochismo tipico delle destre irresponsabili che guardavano solo al proprio piatto.
Se ne vadano giustamente nel culo i piccoli imprenditori che hanno voluto il libero mercato e poi se ne lamentano, i milionari che pretendono di rappresentare i poveracci e i poveracci che pretendono di diventare rappresentanti dei milionari, i giovani, i pressappochisti e i rivoltosi in maniche di camicia, se ne vadano pure nel culo i nuovi verdi vegani, i pannellisti fotovoltaici e quelli che -banalmente- si giustificano con una presunta mancanza di scelta.
Dire che non ci sono alternative credibili è una mera scusa.
Se pasolini potesse vedervi, signori miei, altro che prendere le difese dei poliziotti...
Il distaccarsi dalle posizioni è sempre stato appannaggio di chi aveva una posizione insostenibile, e l'internazionalismo è sempre stato un pregio, ma c'è chi oggi lo considera un pericoloso difetto.
In defnitiva: oggidì abbiamo scoperto che i giovani vogliono la novità, come volevano la novità i fascisti negli anni venti e i nazisti in germania, che i Ggiovani rifiutano il confronto credendo -bontà loro- di aver nelle tasche una verità indiscussa, che i partiti che hanno liberato l'italia dal fascismo sono solo un vetusto orpello e che la parola antifascismo non deve essere neppure pronunciata, perchè tanto è gia stata scritta nella costituzione, che ce ne frega di ribadire il concetto.
Abbiamo scoperto che il secondo (o primo) partito d'italia è contro i partiti, che basta urlare durante una simbolica marcia su Roma per conquistarsi simpatie e che non importa dire cose sensate, basta dire cose, e la gente -che è un animale stupido- ci viene dietro. 

Abbiamo udito il popolo becerare contro chi occupava i seggioloni, invocando un vago "tutti a casa", e abbiamo visto che a casa non c'è andato nessuno, anzi, magari il seggiolone se l'è preso qualcuno che disprezzava l'ordinamento vigente. 
E mi sembra -ma mi sbaglierò- che tra i ragazzi che affollavano i vecchi forum sulla globalizzazione e i faciloni che battono le mani all'arruffapopolo di turno ci sia -esattamente- come tra il proverbiale culo e le proverbiali quarant'ore.
E mi pare di potervi dire, in verità come Gesù, che se la Fallaci fosse stata viva e vegeta avrebbe votato per il nuovo guru della politica popolare.
E forse l'avrebbe fatto anche Benito.

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