martedì 9 novembre 2010

Estimated Cooking Time: 9 minutes

Estimated Cooking Time: 9 minutesNon bisogna vergognarsi di ammettere le proprie necessità, in particolar modo le necessità fisiologiche. Questa piccola considerazione si potrebbe riassumere con: tutti hanno bisogno di fare la cacca. E proprio a questo delicato piccolo intervento di espulsione mi accingevo stamattina, con una certa quale ansia scaturita dall'ingestione -ahimè, improvvida- di un cappuccino bollente mit sfoglia alla mela al bar distante due isolati e quattro ripidissimi piani.
Mi sono sentito assai furbo, però, per essermi dotato in via preventiva di una bella Settimana Enigmistica, comprata al supermercato quasi di slancio (io al supermercato compro SOLO cose che si mangiano) e rivelatasi all'improvviso l'acquisto risolutivo.
Quando si dice: fai lavorare l'inconscio.
Insomma, per farla breve, mi accoccolo sul trono di ceramica, mi rilasso, e prendo in mano le parole crociate. E proprio in quel momento, ecco che l'occhio mi cade sulla cesta delle riviste. In realtà non è una cesta, ma un secchio di plastica, di quelli da spazzatura, per intendersi, pieno di carta da lettura e di carta da culo. Così, alla rinfusa.
Copertina di nota rivista da fìe: solito attore circumquarantenne italiano con barbetta finta-trasandata, sguardo alla "vieni qui che te lo fo vedè io come ti troNbo, ma sono anche un gran romanticone, e ciò un sacco di vaìni" (insomma, il classico tipo che garba alle tipe), in bianco e nero post-artistico che sta bene su tutto tranne che sulle foto di culinaria e attorniato da una sfilza di titolini e titoletti di articoli (?) sul problema annoso della cellulite in Jessica Alba, le grane relazional-sociali di Ratatatangelo e Elioellestorietese, gli amori di qualche nuovo budellone e così via.
Valuto.
Effettivamente le parole crociate di mattinata non sono proprio abbordabili, dato che ieri per mettere metà definizioni del Ghilardi ciò messo due ore. La Rivista invece può darmi quel bel senso di soddisfazione adatta al momento maieutico e non coinvolgermi troppo il sovraccarico ceppicone. Risolvo per la rivista: alla fine, male che vada, ci saranno due (2) cvli.
Saranno sì e no 2-300 pagine di carta patinata. Qualcosa come 20 acri di foresta di betulle finlandese, e probabilmente la colla per mettere insieme il tutto proviene dagli zoccoli delle renne della foresta di cui sopra. La metà delle pagine sono: scarpe. O borse. O vestitini che costano 4-500 euroni. Tutto presentato da ammiccanti giovani ragazze dallo sguardo sfavato, forse perchè mangiano pochi tortelli, dato che non hanno cosce, solo femori color carne, e visi squadrati e tesi come paralumi art-decò. L'altra metà del contenuto è occupata da inutili interviste provocatorie a personaggi "famosi". O da editoriali sulla saggezza di Totò Di Natale (firmato, udite udite, Gad Lerner) o su come conciliare la carriera e l'arte di farsi la ceretta. Ma non è questo il punto. Il punto è che mi metto a leggere uno di questi articoli. Funziona. Saranno le risposte di Ratatatangelo, sarà l'irritante mancanza di professionalità del giornalista, sostituita da una certa abilità nel fare polemiche gratuite che irrita pure me, fatto sta che i miei cinque minuti sul seggio papale scivolano via nel migliore dei modi.
Direte voi: e allora? Ora vi dico allora.
Mentre faccio per alzarmi, proprio appena finito l'articolo, leggo là dove dove dovrebbe esserci la firma del giornalista: TEMPO DI LETTURA STIMATO 9 MINUTI.
Panico.
Io quanti ce ne ho messi? Cosa succederà? Cosa vorrà dire???
Viene qualcuno a controllare? Io sono anche con le brache calate, che figura ci faccio?
Ce l'avranno scritto per mortificare la gente, mi viene da pensare. Una persona normale legge questo articolo in 9 minuti, se te ce ne hai messi di più, cara, sei solo un'ochetta ed è bene che tu inizi a pensare di darti alla politica. No, non è possibile... una persona normale certi articoli non li legge proprio...
Ed ecco l'epifania: un fulmine che mi attraversa la testa. Sarà mica che... che una di queste donne-sempre-di-corsa PRIMA guarda quanto dura l'articolo, poi lo legge se ha tempo? Siamo arrivati a tanto? Siamo arrivati a sfornare pasti pronti in 4 minuti perchè non abbiamo tempo di fare da mangiare. Ora abbiamo anche articoli che durano 5-9-12 minuti, a seconda del tempo che hai. Una vita fatta di buchi. Di ritagli. Una generazione di donne e uomini di fretta, sempre di corsa, sempre dietro al lavoro per fare soldi e lo shopping per spenderli, e più nient'altro. Mangiare è una perdita di tempo. Leggere è una perdita di tempo. Cinema, arte, tutto è una perdita di tempo.
Piccole trottole impazzite, nevrotiche, insoddisfatte e -in ultima analisi- povere. Belle e sfavillanti, piene di ninnoli, col loro moto perenne e la loro aria alla "non ho tempo per te", e senza nient'altro che questo. Neppure il tempo per sentire addosso l'insoddisfazione, l'insicurezza. Come nel moto browniano, quando c'è vuoto, muoviti più in fretta per riempirlo. Finchè qualcosa ad un certo punto si inceppa, e qui subentrerò io e mi ci guadagnerò la pagnotta. Ma nel frattempo, mi deprime vedere cosa siamo stati capaci di produrre. Ratatatangelo: tempo di lettura, nove minuti sciatti. Il Giro di Vite di Henry James, un paio di settimane di full immersion nel torbido dell'inconscio. Come dice un noto imbecille televisivo, liberi di scegliere.

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