giovedì 5 maggio 2011

The hitchhiker's guide to the misanthropy

hitchhiking
Come Falk in quel film, mi nutro controvoglia e aspetto il malore notturno.
Che però, per fortuna o purtroppo, a seconda della stima che nutrite nei miei confronti, non arriva: ergo, mi alzo per lamentarmi.
Come un dragone dell'esercito absburgico sono completamente vestito in tre secondi netti, lavato in otto e pronto a riversare il mio disprezzo per l'umano consesso prima ancora di aver girato la maniglia della porta, che mi porta (scusate la ridondanza) a cappuccinoeppezzo dopo 4 infide e rypide rampe di scale.
Fuori la gente assomiglia a quell'animale stupido dipinto da Nixon, un serpentone asimmetrico che si snoda per le strade della città, indifferente ed incline alla rabbia sociale, tenuto a freno da consuetudini salse e prevedibili come un posto di blocco della polizia fuori da una festa di ribibibò.
Non me ne faccio un cruccio: li conosco. Conosco loro e le loro abitudini, so cosa mangiano per colazione e dove vivono.
E prima o poi gliela farò pagare.
La gente non si guarda in faccia. Puoi passare ore in giro per la città e non ricordarti di un volto. La gente non si guarda in special modo quando deve comunicare. Distoglie lo sguardo, si fissa i piedi in cerca di un aggettivo da abbinare alla sciarpina alla moda, guarda il muro, il cane, quello che passa, una borsina che spicca il volo verso lidi migliori.
Guardare in faccia è considerato maleducazione, anche perchè così si potrebbe scoprire in tre balletti cosa pensano gli altri veramente di noi e viceversa.
Invidia, rabbia, frustrazione, noia, gelosia, disagio, vergogna, abbiamo impiegato gli ultimi cinquecento anni di evoluzione a cancellare dal contesto sociale le spiacevolezze, salvo poi vederle riaffiorare quando meno ce lo aspettiamo come una macchia d'unto mal lavata.
A che pro? Cui prodest, diceva chi era più saggio di noi...
La gente non conosce la prossemica, e questo stride un po' con quanto detto prima, segno che il lavoro di rimozione e mascheramento funziona fin troppo bene ma parte da basi superficiali.
Ci sono persone capaci di appiccicarsi alla tua spalla mentre aspetti il verde (gioia del semaforo, il grande regolatore a tre tonalità di noia), capaci di scegliere il posto accanto al tuo in un vagone totalmente vuoto, capaci di violare quei pochi centimetri di zona intima quando aspetti il caffè ad un bancone di un bar completamente deserto. Capaci di strusciarsi come il più ruffiano dei felini nelle file del supermercato.
Il supermercato poi, se non fosse che distribuisce cibo e birra, lo eviterei come e peggio degli autobus.
La mattina ti aspetti di sentir chiamare al citofono il dottor Lustro in geriatria, d'urgenza. E nel supermercato si confermano le teorie fisiche che postulano l'inversa proporzionalità tra vicinanza del prossimo e igiene personale.
Come a dire: più ti vengo vicino, più il mio odore assomiglierà a quello dell'intera orda di tartari del Gran Khan, con tanto di bistecche lasciate frollare sotto la sella dei puledri.
Oibò.
Ma a volte mi dico troppo misantropo, mi scopro -una volta all'anno, più o meno- di buon cuore, e decido di dare una possibilità al genere umano.
Alla fine, come disse Gian Maria Volontè in un bel film di Damiano Damiani, sono pure sempre hombres come noi. Puzzano, sono sciatti, ma sono sempre hombres.
E sia, allora, in un impeto di madreteresismo ecco che scatta la Buona Azione.
Ne ho fatta una lunedì. E sto sempre aspettando che il karma mi ripaghi, ma per ora mi ha preso soltanto a calci nel deretano.
L'occasione si presenta al distributore, dove mi fermo sempre a far benzina.
Una vecchia sdrucita, in apparente affanno, mi chiede un passaggio verso Firenze.
Nicchio.
Mi si affollano nella mente le seguenti immagini.



  1. La vecchia infilata in un sacco di rifiuti condominiali, di quelli da 3 millimetri, tanto chi vuoi che ne denunci la scomparsa?





  2. Un plotone della Gestapo che chiede i documenti alla vecchia, la trova colpevolmente giudea, e la passa immediatamente a fil di spada (confusione tra Gestapo e Lanzichenecchi)





  3. Io che, novello caruso Pascoski, colpisco la vecchia con un sinistro al fegato degno di Ray Leonard.





Ma sono in buona, e mentre Tamerlano mi urla nelle orecchie di legarla al mio cavallo d'acciaio e di trascinarla fino a Livorno per insegnarle l'educazione, mi scopro a offrirle un passaggio (con una certa riluttanza), non senza aver mormorato a fil di denti qualcosa di molto simile a una maledizione in Aramaico.
Mai una fìa, mi viene alla mente, e la monto in macchina.
La vecchia trota ha almeno il buongusto di starsene zitta mentre ascolto a tutta gargàna gli Airborne (3 volte), e anzi a metà strada inizia a bicciare come una bascula e si assopisce.
Per un attimo spero/temo che muoia lì, sul sedile (appunto) del morto, e mi chiedo se non sarebbe meglio disfarsi del corpo in una piazzola di sosta piuttosto che avvertire la autorità.
Ma la vecchia stronza si riprende e si mette a cinguettare amabilmente.
Alla fine, ecco che si palesa la Conca del Rinascimento, con le sue fontane e i suoi giardini pensili, ed io smòllo la cariatide in un autogrill, dato che la tapina deve cercare un passaggio per Bologna (vituperio delle genti).
Gracchiando una specie di ringraziamento si dilegua senza lasciarmi una mezza lira per un gallone di benzina o un tallero bucato per aver pagato l'autostrada.
L'unica cosa che resta è un sottile odore di tomba fresca che prorompe dal sedile anteriore, e la sensazione di aver fatto qualcosa di completamente inutile.
Bè, mi dico, ho fatto qualcosa senza ricevere nulla in cambio. Il karma mi ricompenserà, Esso è così buono e giusto.
Resto intruppato nel traffico, scelgo una scorciatoia fasulla che mi fa quasi perdere, arrivo in ritardo, la macchina continua a puzzare e io mi sento come se fossi stato fregato da uno di quei venditori porta-a-porta che ti sfilano i soldi con la sinistra e ti lasciano l'enciclopedia della Marmotta Marsupiale con la destra.
Del karma non v'è traccia.
Neppure ora, che sono passati numero quattro giorni.
E mentre spero che l'anziana scroccona, delle cui peripezie mi sono volutamente disinteressato per tutta la durata del viaggio, sia stata addentata nell'ileo osteoporotico da un Pitbull affetto da rabbia, penso che il karma abbia voluto regalarmi una profonda lezione.
Altro che essere misantropi.
Non si deve fare mai niente per nessuno, specialmente per gli anziani in difficoltà.
E possibilmente, si dovrebbe cercare con tutte le nostre forze di morire giovani e di bell'aspetto.